
Resina Epossidica: cos'è e come si usa
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Tra i materiali con i quali ci piace lavorare, la resina epossidica è sicuramente la più versatile: può essere utilizzata da sola o in combinazione con materiali diversi, consente di ottenere creazioni uniche personalizzabili a piacimento e offre un’ampia gamma di effetti estetici, dal momento che è possibile definirne il grado di trasparenza e brillantezza. Inoltre è già presente sul mercato la variante biodegradabile e atossica, che rispetta l’ambiente senza per questo perdere in durabilità e resistenza. Ecco perché la resina epossidica è utilizzata sia nell’artigianato sia nell’industria per la produzione di una moltitudine di oggetti quali decorazioni, mobili, rivestimenti e gioielli.
In questo articolo, esploreremo cos'è la resina epossidica, come utilizzarla correttamente e i diversi tipi disponibili sul mercato.

Cos'è la Resina Epossidica?
La resina epossidica è un composto chimico formato da due componenti principali: la resina stessa e un indurente. Quando questi due elementi vengono miscelati, si innesca una reazione chimica (polimerizzazione) che porta alla solidificazione del materiale. Una volta indurita, la resina diventa un materiale resistente e impermeabile.
Le sue caratteristiche principali includono:
- Resistenza meccanica: è robusta e durevole. L’abbiamo utilizzata per creare vassoi, sottopiatti e lampade perché siamo certi che possa sostenere pesi ragionevoli e resistere bene al calore
- Adesione: può aderire a una vasta gamma di superfici. Ha impreziosito molti dei nostri oggetti in legno, come il nostro tagliere in bambù intagliato a mano: è bastato colarla nelle incisioni per ottenere un oggetto fuori dall’ordinario
- Versatilità: può essere colorata, modellata o utilizzata come rivestimento protettivo. Noi preferiamo le polveri che conferiscono un effetto metallico e brillante, ma esistono coloranti che non incidono sulla trasparenza o addirittura fluorescenti, marmorizzanti, perlanti e chi più ne ha, più ne metta!
Come Usare la Resina Epossidica
L'uso della resina epossidica richiede attenzione e precisione. Ecco i passaggi principali per lavorare con questo materiale:
1. Preparazione degli Strumenti e dell'Ambiente
L’area di lavoro deve essere ben ventilata; in alternativa, usa una maschera protettiva per evitare di inalare vapori e indossa i guanti per non entrare direttamente in contatto con la resina. Proteggi le superfici con carta cerata o teli di plastica: in generale, una volta che la resina si indurisce è abbastanza semplice rimuoverla, ma potrebbero rimanere degli aloni.
Assicurati che il piano su cui lavori non sia inclinato, altrimenti il composto non si distribuirà uniformemente. Noi abbiamo un pavimento irregolare, per cui ci aiutiamo con una livella e dei supporti in compensato o in plexiglass per riequilibrare la posizione dello stampo col quale intendiamo lavorare.
Scegli una superficie della quale puoi fare a meno per un paio di giorni: una volta riempito lo stampo non potrai più toccarlo o spostarlo fino ad indurimento del composto (ne parliamo meglio tra poco).
Individua il tipo di resina epossidica necessaria per il progetto che desideri realizzare:
- Resina Trasparente (perfetta per progetti artistici, gioielli e rivestimenti di mobili)
- Resina UV (ideale per piccoli progetti come ciondoli o dettagli su oggetti, poiché indurisce rapidamente sotto una lampada UV o la luce del sole)
- Resina da Colata (per colate di spessore superiore a 1 cm come tavoli in legno e resina o oggetti decorativi tridimensionali)
- Resina per Rivestimenti (per applicazioni sottili e uniformi, come pavimenti, tavoli o superfici di lavoro)
La resina UV non è bicomponente e segue regole proprie. La utilizziamo quasi unicamente per piccoli ritocchi o decorazioni, per cui le dedicheremo solo brevi accenni.
2. Miscelazione della Resina e dell'Indurente
Per calcolare quanta resina ti servirà ricorda che avrai bisogno di 1 kg di resina per millimetro di spessore richiesto su un'area di 1 mq; quindi, è sufficiente moltiplicare lo spessore desiderato (in millimetri) per l'area della superficie (in metri quadrati). Oppure fai come noi e affidati ad un calcolatore online!
Se la tua creazione prevede una colata con spessore superiore ad 1cm, dovrai procedere a strati: quando i due componenti vengono miscelati rilasciano calore e, se la colata è troppo abbondante, la temperatura continua ad aumentare, velocizzando il processo di indurimento al punto da creare crepe, ritiri e ingiallimenti. Meglio colare uno strato alla volta e aspettare che si indurisca prima di aggiungere altra resina, quindi prepara soltanto la quantità di composto che ti serve per la prima colata.
Una volta calcolata la quantità totale di resina che ti occorre, definisci il rapporto tra i due componenti basandoti sulle indicazioni riportate sui flaconi, che variano a seconda del prodotto (di solito il rapporto è di 2:1 o 1:1). Dovrai essere molto preciso, quindi munisciti della bilancia giusta. Ad esempio, per gli oggetti piccoli è meglio munirsi di una bilancia di precisione, come quelle usate dagli orafi. Non puoi sbagliare nemmeno di un grammo, ma no pressure.
Procurati due contenitori puliti: uno per la resina e uno per l’indurente, che dovrai pesare singolarmente iniziando dalla resina. Se vuoi usare un colorante, versalo nell’indurente e mescola bene. Attenzione: i coloranti sono molto efficaci, solitamente ne basta pochissimo per ottenere colori intensi, quindi aggiungine poco alla volta mescolando spesso in modo da monitorare l’effetto. Dovrai tenere conto che nel passaggio successivo andrai a mescolare l’indurente e la resina, per cui il colore perderà un po’ della sua intensità.
Versa lentamente l’indurente nel contenitore della resina; se quest’ultimo è troppo piccolo per contenere entrambi, puoi usare un terzo contenitore pulito avendo cura di versare un componente alla volta. Mescola con attenzione per evitare la formazione di bolle, assicurandoti che i due componenti siano completamente amalgamati.
PRO TIP: i Miscelatori antibolle, anche detti Degasatori, consentono di miscelare i due componenti evitando sia la formazione di bolle sia la dispersione di vapori. Non sono essenziali, ma sono piuttosto comodi
3. Applicazione
Versa il composto sulla superficie o nello stampo scelto, facendolo colare molto lentamente alla distanza minore possibile dalla superficie in modo da evitare bolle d’aria.
Nel caso in cui tu non voglia usare un vero e proprio stampo, puoi servirti di una pellicola distaccante. Viene spesso usata per la creazione di gioielli, in quanto permette di far aderire le cornici cave al piano di lavoro (come si vede in questo video).
Per quanto riguarda gli stampi, ce ne sono di ogni forma e misura e puoi utilizzare anche quelli non specifici. Ad esempio, nel periodo natalizio abbiamo usato uno stampo per cioccolatini per ottenere dei simpatici magneti da frigo, anche se ciò ci impedirà di usarlo per il suo scopo originario. L’importante è che non siano umidi, altrimenti la superficie della colata potrebbe presentare una patina. Per facilitare l’estrazione dell’oggetto quando la resina si sarà indurita puoi cospargere gli stampi con le apposite cere o con gli spray distaccanti. Se vuoi un effetto opaco, puoi limitarti ad usare un velo di borotalco.
PRO TIP: se lavori con resina UV, usa solo stampi trasparenti in quanto l’asciugatura di questo tipo di resina dipende dall’interazione coi raggi UV, che provengano dal sole o da una lampada
4. Rimozione delle Bolle
Anche nel caso in cui tu sia stato attento a miscelare il composto nel modo migliore possibile e a versarlo con cautela, vi si possono formare delle bolle d’aria. Per eliminarle, attendi qualche secondo per farle salire in superficie e falle scoppiare con un phon termico o una torcia a fiamma. Puoi anche ricorrere alla pellicola distaccante di cui sopra: appoggiandola sulla superficie, vi si passa una spatola di gomma dal centro verso l’esterno, eliminando così anche l’eccesso di resina.
5. Indurimento
Lascia solidificare la resina per il tempo specificato (di solito da 24 a 72 ore), evitando di spostarla o di toccarla. Tuttavia, dopo le prime 12 ore puoi maneggiare delicatamente la tua creazione per manipolarla, ad esempio per conferirle una leggera curvatura.
PRO TIP: Controlla le condizioni ambientali, in quanto umidità e temperatura possono influire sull'indurimento.
6. Finitura
Carteggia la tua creazione con carta vetrata di diversi gradi di abrasione: inizia con quella di grana grossa (ad esempio grana 80) per rimuovere eventuali imperfezioni o eccessi di resina, passa a quella di grana media (120-180) per levigare la superficie in modo più uniforme; infine, usa quella di grana fine (220-400) per ottenere una superficie liscia e omogenea. Compi movimenti circolari e costanti ed evita di esercitare troppa pressione sulla superficie. Tra un passaggio e l’altro, pulisci la superficie con un panno morbido inumidito in acqua per evitare che polveri o residui compromettano il risultato finale. Ricorda di indossare guanti e mascherina!
Dopo aver completato la carteggiatura della resina epossidica, si può procedere con la lucidatura della superficie per ottenere un risultato brillante e liscio. Per questo scopo, si possono utilizzare dischi lucidanti e lucidanti specifici, che permettono di eliminare eventuali graffi residui e di donare alla resina un aspetto luminoso e professionale. Ad esempio puoi usare lo spray poliuretanico trasparente adatto alla laccatura dei mobili oppure lo spray acrilico trasparente che si trova dal ferramenta; in ogni caso, ci vogliono almeno due o tre mani e dovrai aspettare un paio d’ore tra un’applicazione e l’altra.
Conclusione
La resina epossidica è un materiale straordinario che consente di liberare la creatività e realizzare progetti unici. Conoscere i suoi tipi e il modo corretto di utilizzarla è fondamentale per ottenere risultati soddisfacenti. Che tu stia progettando un'opera d'arte, un mobile personalizzato o un rivestimento protettivo, la resina epossidica può trasformare le tue idee in realtà.